Un nuovo progetto Erasmus Plus in partenza!!
Il 23 e 24 marzo 2022 si è svolto, a Saragozza, il primo meeting relativo al progetto Erasmus Plus Hiatus (GRANT AGREEMENT N. 2021-1-IT02-KA220-SCH-000034506).
Il progetto intende implementare la metodologia “design thinking” all’interno delle scuole, in stretta cooperazione con i docenti.
Le attività di progetto si svilupperanno su tre anni e prevedono:
- La creazione di uno spazio di lavoro digitale
- Una ricerca esplorativa volta a mappare reti e interlocutori chiave tramite analisi della letteratura sull’evoluzione dei curricula e cambiamenti dovuti alla contingenza pandemica, ricerca di best practice, ecc.
- L’individuazione di Istituti Scolastici.
- La creazione di un percorso didattico e la formazione dei Partner e dei docenti destinatari implicati nella sperimentazione del percorso
- La co-progettazione della fase sperimentale insieme ai Partner e ai docenti per contestualizzare il modello e gli strumenti all’interno dei contesti scolastici specifici
- La sperimentazione negli Istituti Tecnici e Professionali del modello didattico creato e la valutazione dei risultati ottenuti.
Le attività verranno scandite da meeting e LTTA (Attività di formazione, apprendimento, insegnamento): un secondo meeting di progetto si svolgerà a Roma a Luglio 2022, quindi si avrà una prima LTTA a novembre 2022, una seconda LTTA ad aprile 2023, un terzo meeting di progetto in Slovenia a settembre 2023 e a seguire tre LTTA, una ad ottobre 2023, un’altra a febbraio 2024 ed infine un’ultima a ottobre 2024.
L’importanza delle competenze imprenditoriali e della mentalità imprenditoriale sta diventando sempre più evidente sia che si tratti di individui, di organizzazioni, di aziende o dell’intera società. Se consideriamo la velocità sempre maggiore con cui avvengono oggi i cambiamenti e la trasversalità che ricoprono le competenze imprenditoriali, appare chiara l’urgenza di sviluppare tali capacità in ogni individuo. L’educazione imprenditoriale si è concentrata, in passato, sull’approccio teorico, mentre nell’ultima decade ci si è concentrati maggiormente sull’approccio sperimentale. La metodologia sperimentale ha la grande potenzialità di poter fare da ponte tra il mondo dell’educazione e quello del lavoro.
La metodologia design thinking rappresenta un approccio sperimentale costruito attorno a cinque fasi. Tali fasi in inglese sono: empathise, define the problem, ideate, proptotype, test (empatizza, definisci il problema, idea, crea il prototipo, testa)
Il seguente video illustra in maniera semplice le cinque fasi:
Le cinque fasi possono anche essere ridotte, rendendo, ad esempio, meno importante la creazione del prototipo, ciò che è importante è che la pratica della riflessione sia al centro dell’intero processo e che il percorso implichi fasi di sperimentazione, di gioco, di empatia e di creazione.
E’ pure fondamentale sviluppare pensiero innovativo e comprendere che quelle che possono sembrare idee “pazze” sono in realtà importanti, perciò vanno incoraggiate.
Come si può fare in pratica? Si può partire da un assunto: maggiore è il problema, maggiore è l’opportunità ! Quali possono essere i problemi che necessitano di una soluzione innovativa e cosa si intende per soluzione innovativa?
Per individuare i problemi si può decidere di partire anche da un contesto che sia a noi vicino, ad esempio il contesto scolastico. Si potrebbero porre le seguenti domande agli studenti: pensando agli ultimi trend educativi come pensate sarà l’educazione nel futuro? Come potrebbe essere la classe dei vostri sogni o la scuola dei vostri sogni? Quali sono le criticità maggiori che riuscite a individuare e quali possono essere le soluzioni?
Il manuale di Oslo definisce quattro tipi d’innovazione: innovazione di prodotto, innovazione di processo, innovazione di mercato, innovazione a livello organizzativo. Tuttavia non è necessario catalogare l’innovazione facendola rientrare in una delle definizioni fornite, poiché una singola innovazione può racchiudere in sé più fattori. Le innovazioni tecnologiche sono in genere associate a innovazioni di processo e di prodotto, mentre le innovazioni non tecnologiche sono in genere associate a innovazioni organizzative e di marketing. Le innovazioni tecnologiche e non tecnologiche sono comunque estremamente interconnesse.
Si possono creare innovazioni anche in campo sociale. In questo caso non esiste una singola definizione, si tendono a enfatizzare gli obiettivi e in misura minore i tipi di attori coinvolti (es organizzazione no profit, individui, università, agenzie governative e aziende). L’innovazione cerca, in questo caso, di trovare risposte a problemi sociali identificando e organizzando nuovi servizi che possano migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità identificando e implementando nuovi processi d’integrazione di nuove competenze, di nuovi lavori e di nuove forme di partecipazione.
OECD fornisce anche alcuni esempi di cosa non è innovazione, ad esempio:
- Fermare un processo, una metodologia, un’organizzazione, non è innovazione.
- Immettere sul mercato prodotti identici a quelli già esistenti o con aggiornamenti minori non è innovativo.
- Cambiamenti rutinari dovuti ad esempio al susseguirsi delle stagioni non sono innovativi.
La sfida che attende il progetto HIATUS è grande ! Contattate ADI se siete interessati a seguire il percorso didattico che creeremo.